Ricerca

Una regola dell’Universo, è che l’Universo ti sorprende sempre.

A rule of the Universe, it that the Universe always surprises you.

La mia ricerca interessa tre filoni principali: venti da buchi neri, eruzioni quasi-periodiche di raggi X, e telescopi spaziali.


Venti da Buchi Neri

I buchi neri supermassicci svolgono un ruolo fondamentale nell’Universo. Risiedono infatti al centro della maggior parte – se non di tutti –
i mattoni fondamentali del nostro Universo: le galassie.

Sorprendentemente, molta materia viene espulsa dalle vicinanze dei buchi neri supermassicci, spinta da forze magnetiche o da radiazione. L’impatto di questi venti di buchi neri sulle galassie è potenzialmente importante: infatti, l’evoluzione dei buchi neri supermassicci e delle galassie sembra influenzarsi a vicenda. I buchi neri e le galassie sono probabilmente connessi mediante uno scambio reciproco di energia, o feedback, e parte di questo feedback energetico potrebbe essere fornita dai venti di buchi neri.

Studio il feedback cosmico sotto forma di venti spinti da radiazione in prossimità di buchi neri supermassicci in galassie distanti.

Nel mio ultimo articolo insieme a Daniel Proga, proponiamo uno schema globale per l’accrescimento e l’espulsione di materia attorno ai buchi neri supermassicci.

Si veda: Giustini & Proga 2019, A&A 630, 94
Una versione gratuita dell’articolo (in inglese) è disponibile a questo link:
https://arxiv.org/abs/1904.07341


Eruzioni quasi-periodiche di raggi X

Faccio parte del team, guidato da Giovanni Miniutti del CAB, che ha scoperto le eruzioni quasi-periodiche di raggi X (QPE) nel nucleo della galassia GSN 069.

Le QPE sono un nuovo tipo di segnale cosmico: si tratta di aumenti improvvisi di luminosità a raggi X, estremamente regolari, che durano circa un’ora e si ripeteno ogni circa nove ore. Sappiamo che il segnale ha origine vicino al buco nero supermassiccio centrale della galassia, e poco di più: la spiegazione fisica dietro questo nuovo fenomeno non è ancora nota. Potrebbe esser causato da movimenti orbitali di un secondo corpo, o da instabilità fisiche del flusso di accrescimento, forse di natura magnetica, che accadono molto vicino al buco nero supermassiccio. Per cercare di capire meglio cosa sta causando le QPE, nel prossimo futuro sono previste nuove osservazioni di GSN 069 con i più grandi telescopi del mondo e in orbita attorno alla Terra. Nel frattempo, la ricerca di QPE in altri nuclei galattici continua.

Il secondo nucleo galattico con QPE a raggi X è stato recentemente identificato nella galassia RX J1301.9 + 2747 grazie a nuove osservazioni di XMM-Newton.

Eruzioni quasi-periodiche di raggi X sono state scoperte nel nucleo della galassia GSN 069

La ricerca di QPE in altre galassie continua.

Guarda l’intervista di Media INAF a me e Giovanni.

Articolo: Miniutti et al. 2019, Nature 573, 381
Una versione gratuita dell’articolo (in inglese) è disponibile a questo link: https://arxiv.org/abs/1909.04693

Alcuni articoli della stampa italiana sulla scoperta delle QPE:


Telescopi spaziali a raggi X

Scientificamente, sono nata come osservatrice a raggi X, e mentre molte cose sono cambiate durante la mia carriera, la solida costante è stata l’utilizzo dei dati a raggi X.

Sono una esperta utente del telescopio spaziale dell’ESA XMM-Newton, i cui dati ho analizzato negli ultimi 13 anni con immutata passione ed entusiasmo. Ho visitato ESAC (la casa delle operazioni scientifiche di XMM-Newton) per la prima volta nel 2008, per collaborare allo studio a raggi X di un vento di buco nero supermassiccio molto variabile; poi sono tornata negli anni 2012-2014 come Research Fellow in Space Science nel gruppo di XMM-Newton; oggigiorno lavoro ad ESAC, nel Centro di Astrobiologia (CSIC-INTA). Già cinque volte durante la mia vita XMM-Newton si è spostato verso la regione del cielo che stavo raccomandando, catturando fotoni che avevano viaggiato milioni di anni luce, e processandoli fino a farli arrivare nel mio computer.

Ho contribuito allo sviluppo di missioni a raggi X passate e future, e sono membro del gruppo di lavoro scientifico “Feedback in AGN locali e galassie starburst” della Large Mission di ESA ATHENA.

Posando felice con una riproduzione del mio satellite preferito, XMM-Newton

Uso abitudinariamente dati raccolti dai più grandi telescopi spaziali

Sono membro della comunità scientifica della futura missione ESA ATHENA, e sono stata scienziato di calibrazione del satellite HITOMI.


Qui puoi trovare una lista dei miei articoli scientifici (in inglese).


Qui puoi trovare alcune delle mie presentazioni (in inglese).


Qui puoi trovare il mio Curriculum Vitae.