Una lacrima planetaria

Immagine satellitare del pianeta Terra scattata il 3 settembre 2022. Crediti: zoom.earth

C’è una grande lacrima sul pianeta Terra.

Avete letto bene: visto dallo spazio, il pianeta Terra sembra piangere una grande lacrima su quella terra che gli umani di questi tempi chiamano Pakistan.

La terra che ospita la maggior parte dei ghiacciai di questo pianeta (dopo i poli) ora ospita una grande lacrima chiaramente visibile dallo spazio.

La terra che ospita la maggior parte dei ghiacciai di questo pianeta (dopo i poli) ha vissuto un evento meteorologico estremo nel periodo marzo-aprile 2022: praticamente invece della primavera c’è stata già l’estate.

Le temperature sono state estremamente elevate quest’anno nella terra che ospita la maggior parte dei ghiacciai del pianeta (dopo i poli), raggiungendo i 48 gradi nelle città di Nawabshah e Jacobabad il 20 aprile 2022. In piena primavera.

Temperature più elevate significano clima più umido e piogge più intense: temperature più elevate significano anche che il ghiaccio si scioglie più facilmente.

Sembra quasi che stia venendo giù l’Himalaya.

Vista dallo spazio, questa è una follia che finirà presto, in un modo o nell’altro.


Le immagini qua sotto mostrano la provincia del Sindh del Pakistan vista dallo spazio nel settembre 2019 (a sinistra) e nel settembre 2020 (a destra), quando le forti piogge monsoniche hanno fatto esondare il fiume Indo e quasi 70.000 persone hanno dovuto essere evacuate dalle loro case. La situazione era abbastanza preoccupante da essere monitorata dallo spazio.

Lauren Dauphin della NASA ha utilizzato i dati MODIS di NASA EOSDIS/LANCE e GIBS/Worldview per registrare le piogge monsoniche nella provincia del Sindh, Confronto tra il 21 settembre 2019 (a sinistra) e il 21 settembre 2020 (a destra). Crediti: Earth.org

Quasi due anni dopo, questa è la situazione nello stesso pezzo di terra: questa volta sono state evacuate più di 30.000.000 di persone. Trenta milioni. Si è formato un nuovo lago, largo decine e decine di chilometri. Tutta quella zona era terra: c’erano case, strade, ponti; ora tutto è sott’acqua.

Immagini satellitari della provincia del Sindh, Pakistan, del 27 agosto 2021 (a sinistra) e 27 agosto 2022 (a destra). Fonte: https://worldview.earthdata.nasa.gov/  e Wikipedia.

Questa sarà l’estate più fredda e tranquilla delle nostre vite, almeno fino a quando noi abitanti del Nord Globale (principalmente i paesi ricchi nell’emisfero settentrionale di questo pianeta) continueremo a estrarre, bruciare e vendere combustibili fossili.

Oggi è la terra che chiamiamo Pakistan ad avere 1/3 della sua terra abitata sommersa, ma prima di domani sarà la terra in cui vivi tu, dove viviamo noi.

Non c’è via di uscita, condividiamo tutti un unico pianeta, un unico bellissimo pianeta con una delicata biosfera che è in grave pericolo e richiede la nostra attenzione. È il luogo in cui tutti viviamo: respirando la sua aria, bevendo la sua acqua, mangiando il suo cibo. Siamo noi.

A sinistra: veduta del satellite Copernicus Sentinel-1 dell’area interessata dalle inondazioni. A destra: zoom nell’area tra Dera Murad Jamali e Larkana. Il fiume Indo è straripato, creando di fatto un lungo lago, largo decine di chilometri. I colori dal blu al nero mostrano dove la terra è sommersa. Crediti: ESA, https://www.esa.int/ESA_Multimedia/Images/2022/09/Pakistan_inundated

Questa follia deve finire: la produzione di combustibili fossili cesserà un giorno, ed è necessario che quel giorno arrivi in frett(issim)a.


Il nostro pianeta ha bisogno della nostra attenzione.

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